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Per spiegare l'inspiegato
Franco Isman

Keith


Venerdì 30 marzo conferenza stampa dei capi gruppo della “nuova opposizione”: Francesco Brioschi per Forza Lombarda, Anna Mancuso per Futuro e Libertà, Michele Faglia per Città Persone, Roberto Scanagatti in assenza di Antonio Marrazzo per il PD, Fabio Ferranti per l'Unione di Centro e Vincenzo Ascrizzi per Sinistra e Libertà. Nuova opposizione coagulatasi un po' alla volta nella lotta alla terrificante variante al PGT che prevedeva la cementificazione di praticamente tutte le aree verdi di Monza, Cascinazza per prima, ovviamente.

Nuova opposizione forte di 20 consiglieri che nella costante assenza del consigliere De Pasquale è in grado di stoppare l'ex maggioranza cui sono rimasti 19 consiglieri oltre al sindaco.
E così è successo nella storica seduta di Consiglio di domenica 18 marzo, che avrebbe dovuto essere la prima di una serie ininterrotta fino alla votazione finale della variante che sarebbe così entrata definitivamente in vigore.
Venti contro venti, sospensione immediata della seduta, riunione dei capigruppo, annullamento di tutte le sedute successive del Consiglio, ma anche decisione di una convocazione per il successivo mercoledì 21 marzo ove la giunta avrebbe presentato una NUOVA VARIANTE, ovviamente molto simile alla precedente, di cui avrebbe chiesto l'adozione. La variante precedente decadeva automaticamente in quanto il termine ultimo per la sua discussione definitiva era appunto il 18 marzo.
Una vittoria storica che ha stoppato la colata di cemento lasciando la decisione definitiva all'amministrazione che uscirà dalle prossime elezioni. Il massimo della democrazia ha detto Scanagatti, e dirà certamente Mariani nella sua campagna elettorale. Ma che bravo e democratico il sindaco Mariani.

Ma nella seduta del 21 marzo la scelta tattica è stata diversa: dopo un paio d'ore di sospensione della seduta e di riunioni a porte chiuse dei diversi gruppi si è scelto l'Aventino; alcuni interventi anche molto incisivi dei consiglieri di opposizione, che 20 erano anche in questa occasione, ma nessuna presentazione di emendamenti, che avrebbero certamente dovuto essere discussi uno per uno e poi singolarmente votati, ma al momento della votazione per l'adozione della nuova variante, non ritardata da alcun emendamento, abbandono dell'aula da parte dei 20 consiglieri “per mettere in evidenza l'illegalità della convocazione senza il rispetto dei tempi e senza le necessarie consultazioni preventive” e lasciarne l'intera responsabilità sulle spalle della “maggioranza”.

Di irregolarità di forma ma soprattutto di sostanza ce n'è una montagna e i sei capigruppo della “nuova opposizione” li hanno dettagliatamente esposti in un reclamo presentato al prefetto, al presidente del Consiglio comunale, al segretario generale e al sindaco. Eccoli:
  • iscrizione all'odg di un oggetto di tale rilevanza senza il preventivo parere della Commissione urbanistica e senza che fosse trascorso il termine di 30 giorni dalla decisione di giunta;
  • assenza di pubblicazione di un avviso pubblico di avvio del procedimento e mancata acquisizione dei pareri delle parti economiche e sociali;
  • assenza di una documentazione specifica in quanto tutti i riferimenti sono ai documenti della variante decaduta e non della nuova variante;
  • presentazione in aula da parte dell'assessore di un emendamento assolutamente senza alcuna verifica di ammissibilità tecnica e giuridica;
  • votazione unica per la revoca della precedente variante, in realtà decaduta, e l'adozione della nuova variante.
Ai sei capigruppo, forti di 20 consiglieri, tutti solidali nel denunciare le forzature e le illegalità dell'amministrazione, è stato chiesto perché mai non avessero votato contro l'adozione (come ha dichiarato che avrebbe voluto fare la consigliera Mancuso di FL) anziché abbandonare l'aula: essendo in 20 contro 20 la delibera non sarebbe stata approvata, ma la risposta è stata una non risposta, anzi è sembrato che i comuni cittadini non avessero il diritto di porsi e porre delle domande del genere.

E' di tutta evidenza che di fatto il reclamo è rivolto esclusivamente al prefetto, essendo gli altri destinatari la seconda parte in causa: ma si pensa davvero che il prefetto, che tra l'altro cambia il 2 aprile, voglia prendere una decisione di tale rilevanza come l'annullamento di una deliberazione di questa importanza ? Non si è viceversa fatto ricorso al TAR che avrebbe avuto ben altre possibilità di riuscita.

Abbiamo già scritto che non è lecito sputare sentenze senza avere la piena conoscenza dei fatti e che ci saranno senz'altro dei buoni motivi per le scelte fatte in entrambe le situazioni, ma è certamente sbagliato inalberarsi per delle domande sacrosante, inventare risposte risibili ed accusare chi si permette di farle di dietrologia e di mestare nel torbido. Un atteggiamento di questo genere aumenta la distanza fra politici e comuni cittadini.

Franco Isman

Arengario si è già occupato dell'argomento sia con articoli che sul forum di discussione Piazza d'Uomo :
18.03 - Alfredo Viganò – Lassù qualcuno ci ama
- Armando Pioltelli – La variante
- Franco Isman – Monza è salva
22.03 – Armando Pioltelli – Il cemento tenta ancora
– dibattito su Piazza d'Uomo tutto quello che avreste voluto sapere…
24.03 – Alfredo Viganò – Il lupo perde il pelo ma non il vizio
30.03 – Armando Pioltelli – Cronaca del dopo riadozione


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  31 marzo 2012